L’acquacoltura rappresenta un settore strategico a livello mondiale. Nel 2014 circa il 50% dei prodotti di origine acquatica consumati dalla popolazione mondiale è stato allevato (EUROFISH, 2014). Nelle ultime tre decadi (1982-2012) il pescato totale è aumentato da 69 a 93 milioni di tonnellate, mentre nello stesso periodo le produzioni dell’acquacoltura sono aumentate da 5 a 90,4 milioni di tonnellate (incluse le alghe), con un trend medio globale di crescita dell’8,6% (FAO, 2014). L’unione europea rappresenta l’8° produttore mondiale in termini di volume (i primi 7 sono paesi asiatici) e tra questi l’Italia si colloca al 4° posto.
Come ricordato dal piano strategico per l’acquacoltura in Italia (2014-2020), secondo gli scenari di previsione della Banca Mondiale (2013) per il 2030 a livello globale ci sarà una richiesta di 261 milioni di tonnellate di prodotti ittici, dei quali, considerate le prospettive attuali di crescita della pesca, oltre il 62% dovrà essere assicurato con i prodotti d’acquacoltura. Per soddisfare la domanda non sarà sufficiente assicurare gli stessi trend di crescita garantiti sinora, ma nel periodo 2012-2030 l’acquacoltura dovrà triplicare le produzioni per soddisfare la domanda.